Saturday, December 30, 2006

(dissertazione sull'esistenza di Dio liberamente tratta dagli insegnamenti del maestro Kempis)


1. Definiamo DIO un'ipotetica entità dotata delle seguenti proprietà: illimitata, infinita, completa, perfetta.
2. Osserviamo che un oggetto è distinto da ciò che non è quell'oggetto.
3. Se sparisse tutto quanto esiste - tranne un solo qualsiasi oggetto – tale oggetto diverrebbe necessariamente l'unica realtà esistente.
4. In tal caso, non esistendo alcuna altra cosa a poterlo limitare, esso sarebbe ILLIMITATO.
5. Se lo spazio fosse un attributo di tale oggetto, il solo spazio che esisterebbe sarebbe quello occupato dall'oggetto; perciò l'oggetto, occupando tutto lo spazio esistente, diverrebbe INFINITO.
6. Un tale oggetto sarebbe anche COMPLETO in quanto ad esso nulla si potrebbe aggiungere o togliere.
7. Se il tempo fosse un attributo di tale oggetto, il solo tempo che esisterebbe sarebbe quello occupato dall'oggetto; perciò l'oggetto, occupando tutto il tempo esistente, diverrebbe PERFETTO ( cioè non potrebbe né migliorare né peggiorare perché non potrebbe divenire diverso da com'è )
8. Osserviamo che, dalla sua definizione (1) e delle osservazioni (da 2 a 7) non è possibile dedurre l’esistenza di DIO.
9. Osserviamo tuttavia che se postuliamo l’esistenza di una qualsiasi cosa, essa deve essere parte di DIO (per definizione 1, 3, 4)
10. Quindi: se una qualsiasi cosa esiste, allora esiste anche DIO perché quella cosa è in DIO oppure è DIO. Il problema dunque è: esiste qualche cosa?
11. Io esisto! Se Io esisto, allora Dio deve esistere.
12. Se Dio esiste, Esso (o Egli?) deve per forza essere l'unica realtà esistente! (se non lo fosse, la realtà altra da Lui lo limiterebbe)
13. Per lo stesso motivo Dio è indivisibile! Se infatti si dividesse realmente (nello spazio o nel tempo), la Sua creazione sarebbe una realtà nuova e quindi distinta e Dio non sarebbe più illimitato perché verrebbe limitato dalla Sua stessa creazione. Cioè esisterebbe Dio ed esisterebbe la sua creazione che in qualche modo lo delimiterebbe.
14. Concludo affermando che se Dio, così come lo abbiamo definito, è l'unica realtà esistente, la percezione di noi stessi e del mondo nel quale viviamo quali entità avulse da Dio, è una percezione errata e illusoria. Sembra superfluo (ma forse non lo è) ribadire che tale ragionamento logico sull'esistenza di Dio ha senso solo quando l’oggetto dell’indagine è il Dio-Assoluto, cioè illimitato, infinito, completo e perfetto. Se invece identifichiamo in Dio un'entità che non possegga soltanto uno di tali caratteri, il problema della dimostrazione della sua esistenza cessa di essere dominio della logica e diventa una questione di scienza e quindi di fede.

Pace a voi !

2 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Ciao Pino, ci si riincontra!
Pur ritenendo esatte le tue affermazioni e le deduzioni che, con la logica, arrivi a fare, ritengo che qualche volta bisogna lasciarsi andare ad una fede non confinata all'interno di ragionamenti. Bello è tuffarsi, anche se con timore, in un credirci con fiducia. ....ma non ci riesco ancora. Un abbraccio. Antonio

23 April, 2007  
Anonymous Anonymous said...

E infatti il male e il bene analogamente si assommano e si annullano. Antitesi e sintesi sono immanenti ma non immobili!

23 January, 2008  

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